La Teoria dei
Constraints può fornire gli elementi mancanti necessari per adottare con
successo la filosofia di Deming.
Gli strumenti della TOC - noti come Processi di Pensiero - costituiscono un
insieme di procedure di analisi che mettono il manager in grado di affrontare
in modo sistematico ogni problema ed ogni constraint.
Pertanto chi deve implementare un' idea o un progetto può usare gli strumenti
della TOC per risolvere i problemi della parte del processo che è
bloccata o rallentata dal constraint del sistema.
Ciò che ci
proponiamo è l' integrazione degli strumenti della Teoria dei Constraints ed
alcune delle soluzioni che essa fornisce nel progetto di implementazione
della Teoria della Conoscenza Profonda (TPK), assicurandoci che il
sistema goda dei benefici risultanti dall'adozione della TPK .
Se state
considerando l'idea di introdurre nella vostra azienda la Teoria della
Conoscenza Profonda di Deming, ciò significa che, al momento, molti dei
principali elementi di questa teoria non sono presenti nell'organizzazione o
non sono utilizzati in modo soddisfacente per facilitare il miglioramento
continuo del sistema.
Per garantire un' adozione il più agevole possibile della TPK, possiamo
prepararci imparando dall'esperienza di chi ha intrapreso prima di noi questo
cammino.
Integrare la
Teoria dei Constraints e la Teoria della Conoscenza Profonda
Le tre domande
fondamentali della TOC:
Cosa cambiare?
In che cosa cambiare?
Come attuare il cambiamento
Integrare la Teoria dei Constraints e la Teoria della Conoscenza
Profonda
Eli Goldratt e il
suo team vantano un'esperienza di oltre vent'anni di lavoro per la
realizzazione del processo di miglioramento continuo nelle industrie
manifatturiere di tutto il mondo occidentale. Nel suo articolo "La mia
saga per migliorare la produzione" (1996) Goldratt descrive le
difficoltà che ogni manager si trova a dover affrontare nel tentativo di
guidare la sua organizzazione a intraprendere un processo di miglioramento
continuo.
Dal momento che nessuno discute il fatto che le iniziative di miglioramento
forniscano benefici tangibili per le organizzazioni, devono esserci ragioni
più profonde per le difficoltà riscontrate.
Il problema
centrale:
E' un constraint a bloccare il nostro processo di implementazione del
"progetto Deming".
La soluzione:
Fornire al manager gli strumenti che lo mettano in condizione di sviluppare e
comunicare soluzioni di buon senso per il constraint del sistema.
Affrontare i
constraint significa:
Scoprirne
la causa
Sviluppare
una soluzione pratica per affrontare il constraint
Costruire
un piano per generare il cambiamento associato alla soluzione
Le tre domande fondamentali della TOC
Le tre domande
fondamentali della TOC sono le seguenti:
Cosa
cambiare?
In che
cosa cambiare?
Come attuare
il cambiamento?
Ogni soluzione
costituisce un cambiamento, in quanto ci richiede di abbandonare la maniera
attuale in cui compiamo e intraprendiamo le azioni . Cambiamenti e
miglioramenti sono parte della nostra realtà quotidiana. In generale il
XX secolo, e in particolare gli ultimi vent'anni del secondo millennio sono
stati caratterizzati da un ritmo di cambiamento senza precedenti.
Il processo di cambiamento è composto da tre semplici passi che si
ricollegano direttamente alle tre domande della TOC:
1. Cosa
cambiare– identificare il problema centrale che l'iniziativa deve
approcciare. Questo al fine di garantire che il nostro sforzo sia
ricompensato da un guadagno riconoscibile e significativo.
2. In che cosa cambiare- costruire una soluzione semplice, una soluzione di
buon senso, che deve aggredire il problema centrale e persuaderci che
ci guiderà ai benefici desiderati.
3. Come attuare il cambiamento - essere in grado di ottenere la collaborazione
delle persone giuste, il cui supporto e le cui azioni sono necessarie per il
cambiamento. A volte il cambiamento viene percepito come una minaccia alla
sicurezza e, di conseguenza genera resistenza emotiva. In altri casi non c'è
una resistenza aperta, ma l'introduzione dell'iniziativa è lenta e non
produce risultati soddisfacenti.
Possedere le risposte a queste tre domande costituisce una condizione
sufficiente per rimuovere qualsiasi constraint. D'altra parte, non avere la
risposta anche per una sola delle tre domande ci impedirà di rimuovere
il constraint. Ciò significa che ciascuna delle tre domande rappresenta una
condizione necessaria e che l'insieme completo delle tre rappresenta
una condizione sufficiente.
Quando un manager non ha la risposta ad una delle tre domande, l'iniziativa
ha forti probabilità di fallire.
Per aiutare il manager a rispondere a tutte e tre le domande, la nostra
proposta è: usare i Processi di Pensiero. Questi strumenti sono basati sulle
connessioni logiche di causa e effetto.
Prima domanda - Cosa cambiare?
Se vogliamo dare
ai manager uno strumento efficace per realizzare il miglioramento continuo,
dobbiamo trovare una soluzione che risponda a tutte o alla maggior parte
delle difficoltà che essi hanno sperimentato e sperimentano quando
intraprendono questo cammino. La soluzione deve aggredire l problema centrale
sotteso a tutte queste difficoltà.
Definizione: un
problema centrale è un problema che è identificato come la causa
principale dell'esistenza della maggior parte delle
difficoltà (esso può essere una delle stesse difficoltà che stiamo
sperimentando oppure un fattore diverso,che non avevamo mai preso in
considerazione ).
Qual è il problema
centrale che impedisce ai manager di implementare con successo il progetto
qualità desiderato?
E' il modo in cui
essi gestiscono i constraint del sistema!
Che cos'è un constraint, per quale motivo fa la sua comparsa in questo
discorso e perchè sosteniamo che è il problema centrale?
Definizione:
Constraint- qualsiasi cosa che impedisce a un sistema di realizzare una
miglior performance rispetto all'obiettivo.
ogni
sistema deve avere un constraint poichè non ci sono sistemi che non
abbiano performance limitate.
ci sono
indizi che permettono di affermare che la performance dell'azienda non sia
buona come potrebbe essere. Anche quando un'azienda sta andando bene, abbiamo
sempre la sensazione che "potremmo fare di meglio".
Quello che ci
interessa è capire qual è il constraint del progetto Qualità.
Poichè ci attendiamo che il progetto Qualità generi vantaggi per l'azienda e
poichè alcuni di questi vantaggi non si sono concretizzati e poichè il
progetto è un sistema, possiamo affermare che il progetto Qualità ha un
constraint.
Domanda: Bene,
ammettiamo l'esistenza di un constraint, che ha un impatto sulla performance
del progetto ma per quale ragione affermiamo che il problema centrale è il
modo in cui affrontiamo il constraint?
Non è un fatto naturale che le persone affrontino i loro constraint?
Di fatto si tratta di un comportamento istintivo : se qualcosa ci ostacola,
cerchiamo di rimuoverla.
Il fatto è che spesso le soluzioni efficaci che abbiamo adottato in
passato non producono i risultati che ci aspettiamo da loro . Poichè il
compito del management è risolvere problemi, evidentemente i problemi
correnti non sono affrontati in modo soddisfacente.
Se assumiamo che
il problema centrale sia il modo in cui gestiamo il o i constraint del
sistema, allora dobbiamo porci la domanda "cosa dobbiamo fare?"
Se i manager sanno che il constraint determina la performance dei loro
sistemi, e se sanno che è necessaria una soluzione potente per affrontare il
constraint, allora per quale motivo non agiscono in questo senso?
Il problema
centrale è: gestione inefficace dei nuovi constraint dell'azienda.
Quale è la causa
del problema centrale ?
I fattori che contribuiscono a causare il problema centrale sono tre:
Mancanza
di conoscenza - I manager non sanno come affrontare il constraint
Esistenza
di constraint organizzativi che impediscono di affrontare il constraint o
ostacolano ogni tentativo di agire su di esso. Questi constraint possono
manifestarsi nella forma di politiche aziendali, misure o procedure che
riducono il margine di libertà per le iniziative di manager e impiegati.
Esistenza
di constraint comportamentali che spingono i singoli a non preoccuparsi
del constraint del sistema .
Affrontare i
constraint sembra una missione impossibile!
Tutti si aspettano che il manager faccia un miracolo.
Egli non solo deve sviluppare una soluzione ma deve essere in grado di
comunicarla alle persone la cui collaborazione è necessaria per
implementare la soluzione.
Possiamo concludere che, una volta riconosciuta l'esistenza del constraint,
la soluzione sta nel fornire al manager: l'abilità di costruire e comunicare
soluzioni di buon senso per affrontare i constraint del sistema.
Seconda Domanda - In che cosa cambiare?
Costruire una soluzione completa
La costruzione
completa di una soluzione di buon senso si compone di tre passi fondamentali:
Primo
passo - Comprendere la situazione attuale , cosa causa l'esistenza del
constraint. Ciò si realizza attraverso un'analisi causa-effetto della realtà
corrente e può essere rappresentato visivamente tramite un diagramma
logico chiamato Albero della Realtà Corrente (CRT). Il CRT deve
spiegare logicamente qual è il problema centrale che causa tutti gli effetti
negativi e le difficoltà che vengono sperimentate nell'ambiente su cui
impatta il constraint.
Secondo
passo - Sviluppare una soluzione presentando le connessioni logiche che
possono spiegare perchè i cambiamenti proposti genereranno il risultato
desiderato.Questa soluzione può venire rappresentata tramite un diagramma
causa-effetto chiamato Albero della Realtà Futura (FRT). Benchè la soluzione
sia ancora a uno stadio visionario la logica che la supporta esiste nella
realtà, è solo questione di realizzarla.
Terzo
passo- Costruire un piano dettagliato di azione che guidi il manager
nel viaggio verso l'ignoto- implementare una soluzione che costituisce un
cambiamento. Superare ostacoli e difficoltà - reali o percepite come tali -
richiede di lavorare duramente con logica rigorosa per prepararsi (nel modo
più realistico possibile)ad affrontare l'ignoto . Per realizzare questa fase
utilizziamo un diagramma causa-effetto a breve termine, l' Albero della
Transizione (TrT).
Due ulteriori
passi intermedi collegano tra loro le tre fasi.
Lo scopo di questi passi è sfruttare la forza delle emozioni associate alla
paura che si genera nelle persone all'idea di uscire dalla propria zona di
sicurezza. Gli strumenti utilizzati, tramite le relazioni causa-effetto,
evidenziano le connessioni logiche insite nella situazione che si sta
analizzando e generano il giusto clima emotivo che aiuta a trovare soluzioni
innovative, che si collegano alla fase successiva. I passi intermedi di
collegamento sono quelli che permettono di superare la paura di non sapere
cosa fare.
Tra il primo e il
secondo passo - il collegamento è rappresentato dalla nuvola del problema
centrale (core problem cloud).
La nuvolaè un modo rapido e sintetico per verbalizzare un problema. E' un
diagramma composto da cinque blocchi che contiene tutti gli elementi necessari
per presentare le cause del problema; questo strumento fornisce la base per
trovare la via d'uscita - l'idea innovativa.
Una volta stabilita la direzione per la soluzione possiamo costruire una
soluzione completa e dettagliata che generi tutti i benefici auspicati senza
causare nuovi problemi.
Il secondo passo
intermedio è tra la seconda e la terza fase:
Non appena la soluzione incomincia a svilupparsi ed è sostenuta dalla logica
incominciamo a spaventarci - la convinzione che essa sia semplicemente
impossibile da realizzare è svanita nel nulla. Ciò che ci occorre a questo
punto è un meccanismo potente, in grado di catturare la forza emotiva insita
nella paura degli ostacoli e trasferirla in un percorso di obiettivi
intermedi e milestones: l'Albero dei Prerequisiti - PRT.
Ricapitolando, la
costruzione completa di una soluzione di buon senso comprende cinque passi:
CRT - Albero della
Realtà Corrente
CPC - Nuvola del
problema centrale (core problem cloud)
FRT - Albero della
Realtà Futura
PRT - Albero dei
Prerequisiti
TrT - Albero della
Transizione
Questi strumenti
rappresentano la mappa dei
processi di pensiero: costituiscono la metodologia di base per lo
sviluppo di qualsiasi applicazione. Ogni soluzione basata sulla TOC è stata
sviluppata utilizzando questo approccio.
Terza domanda- Come attuare il cambiamento?
Rispondere all'ultima domanda
Il processo decisionale
Gli elementi necessari per
costruire il cambiamento
Fin qui abbiamo
risposto alle prime due domande:
Cosa cambiare?
In cosa cambiare?
Abbiamo a
disposizione una buona soluzione che può potenzialmente produrre benefici.
L'abbiamo testata a fondo, e siamo naturalmente innamorati del nostro
"capolavoro"". Tutti coloro che sono coinvolti la
pensano allo stesso modo? Sono tutti pronti a partire e implementare la
soluzione non appena abbiamo finito di presentarla? Be', probabilmente
no.
Di solito non
abbiamo bisogno di aspettare che le persone ci dicano apertamente cosa
pensano di un'idea che sottoponiamo loro - il linguaggio non verbale
rivela il loro disagio ancor prima che aprano la bocca per fare qualche
commento insignificante.
Non c'è via di
scampo. Qualsiasi soluzione vogliamo implementare, dobbiamo trovare un
meccanismo efficace per trovare il modo di ottenere la collaborazione
di tutte le persone coinvolte. Guidare il cambiamento ci porta a fare i
conti con la terza domanda - Come attuare il cambiamento?
Ascoltiamo spesso
i manager dirci quanto sia difficile implementare nuove idee nelle loro aziende.
La colpa è sempre della "resistenza al cambiamento!"
Comunque sia, a dispetto di questa tenace resistenza, l'industria ha subito
cambiamenti enormi negli ultimi vent'anni di questo secolo. Aziende
importanti sono riuscite ad attraversare con successo fasi di profondo
cambiamento e ne sono uscite più forti di prima. Si tratta allora di un
problema reale o è solamente una scusa per i manager incapaci di guidare il
cambiamento?
Conclusione:
Abbiamo una direzione da seguire per rispondere alla terza domanda - come
attuare il cambiamento - si tratta di innescare e gestire un processo che
affronti le preoccupazioni di tutte le persone la cui collaborazione incide
sul cambiamento e che superi le resistenze . Lo chiameremo processo di
acquisizione del consenso per la decisione.
Processo
decisionale:
Ogni cambiamento significativo attraversa tre fasi:
1. Preparazione
2. Decisione
3. Post-Decisione - Esecuzione
Abbiamo bisogno di
creare un ambiente ed un atteggiamento mentale tale per cui i nostri
collaboratori possano prendere una decisione e tradurla in realtà con impegno
e professionalità totali.
Per riuscirci,
abbiamo bisogno di un processo che ci garantisca che lavoriamo nel modo
giusto e che la nostra soluzione è semplice, pratica ed efficace.
Il processo di acquisizione del consenso deve essere in grado di superare la
"resistenza al cambiamento".
Conclusione:
La causa più
importante di tutte le difficoltà che si incontrano nel realizzare il
cambiamento è la mancanza di un approccio sistematico. La soluzione sta nel
fornire al manager, colui che deve guidare il cambiamento:
Le tre
domande della TOC : Cosa cambiare-In cosa cambiare-Come attuare il
cambiamento
La
direzione in cui devono andare le risposte
Gli
strumenti per elaborarle
Gli elementi necessari per costruire il cambiamento
"In cosa
cambiare?" – contiene due elementi:
1. Un'idea
innovativa - che detta la direzione del cambiamento.
2. Lo sviluppo di una soluzione completa – una schiera di nuove ulteriori
idee che completino le linee guida fondamentali e fungano da supporto
realizzando il pieno beneficio che si attende dal cambiamento.
Due elementi
costituiscono le due connessioni logiche di base necessarie per costruire il
cambiamento che migliorerà la performance del nostro sistema:
Necessità
Sufficienza
Per avere un
cambiamento efficace dobbiamo avere un'idea innovativa. D'altra parte,
come possiamo garantire che il cambiamento sarà davvero tale?
Per ottenere i risultati auspicati, dobbiamo assicurarci che tutto sia
al posto giusto. Dobbiamo testare la sufficienza degli elementi.
per fare questo, costruiamo l' albero della conoscenza
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